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Una pagina di storia sul Cioccolato Modicano
In questa pagina potrete trovare informazioni di carattere storico e culturale sul cioccolato modicano.
Indice della Pagina
Scegliete il paragrafo che più vi interessa dall'indice seguente e cliccate su di esso per visionarlo. Per chiudere il riquadro utilizzare l'apposito pulsante nell'angolo in basso a destra.
- Il Cacao e gli Aztechi
- La pianta del cacao
- Il Cioccolato di modica in breve
- I gusti del Cioccolato Modicano
- Metodologia di produzione Artigianale
- Altro Cioccolato: la Mpanatigghia
- Il Consorzio di Tutela del Cioccolato Modicano
La pianta del cacao
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Il cacao (Theobroma cacao, L. 1753) è una pianta della famiglia delle Sterculiaceae, originaria
dell'America meridionale. Esso è l'ingrediente base per ottenere una buona cioccolata...
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Il Cacao e gli Aztechi
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La pianta del cacao ha origini antichissime e, secondo precise ricerche botaniche si presume che fosse presente più di 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni e nell'Orinoco. I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya solo intorno al 1000 a.C. Le terre che si estendono fra la penisola dello Yucatàn, il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala furono quindi le prime a vedere l'inizio della storia del cacao, e insieme ad esso del cioccolato. |
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La leggenda dice che la coltura del cacao fu sviluppata dal terzo re Maya: Hunahpu. Un'altra leggenda, questa volta Azteca, dice che in tempi remoti una principessa fu lasciata, dal suo sposo partito in guerra, a guardia di un immenso tesoro; quando arrivarono i nemici la principessa si rifiutò di rivelare il nascondiglio di tale tesoro e fu per questo uccisa; dal suo sangue nacque la pianta del cacao, i cui semi sono così amari come la sofferenza, ma allo stesso tempo forti ed eccitanti come le virtù di quella. |
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Successivamente ai Maya anche gli Aztechi iniziarono la coltura del cacao, e in seguito la produzione di cioccolata; associavano il cioccolato a Xochiquetzal, la dea della fertilità. Con valore mistico e religioso, il cacao veniva consumato dall'elite durante le cerimonie importanti, offerto insieme all'incenso come sacrificio alle divinità e a volte mischiato al sangue degli stessi sacerdoti. A conferma di ciò, sono stati trovati diversi esempi di raffigurazione della pianta del cacao su alcuni vasi e codici miniati Maya. Oltre ad un impiego liturgico e cerimoniale, nelle Americhe il cioccolato veniva consumato come bevanda, chiamata xocoatl, spesso aromatizzata con vaniglia, peperoncino e pepe. Tale bevanda era ottenuta a caldo o a freddo con l'aggiunta di acqua e eventuali altri componenti addensanti o nutrienti, quali farine e minerali. Altri modi di preparazione combinavano il cioccolato con la farina di mais ed il miele. La sua caratteristica principale era la schiuma, che veniva anticamente ottenuta mediante travasi ripetuti dall'alto da un recipiente ad un altro. |
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Con la Conquista spagnola, si impone l'uso del molinillo, che ruotato velocemente avanti e indietro tra le mani consentiva di ottenere in tempi più brevi la densa schiuma tanto amata dai consumatori della bevanda. Il xocoatl aveva l'effetto di alleviare la sensazione di fatica, effetto probabilmente dovuto alla teobromina in esso contenuta. Esso era un articolo di lusso in tutta l'America centrale pre-colombiana; i semi di cacao erano usati come moneta di scambio, di conto e anche come unità di misura: nel tesoro dell'imperatore Motecuhzoma (più noto con il nome storpiato di Montezuma) se ne poterono trovare quasi un miliardo. Si dice che quello del xocoatl fosse un gusto squisito. Josè de Acosta, un missionario gesuita spagnolo che visse in Perù e poi in Messico nel tardo XVI secolo scrisse: "Disgustoso per coloro che non lo conoscono, con una schiuma o pellicola in superficie che è molto sgradevole al gusto. Tuttavia è una bevanda molto apprezzata dagli indiani, che la usano per onorare i nobili che attraversano il loro paese. Gli spagnoli, sia uomini che donne, che si sono abituati al paese sono molto golosi di questo Chocolatè. Dicono di prepararne diversi tipi, caldi, freddi, tiepidi, e di aggiungervi molto chili; ne fanno inoltre una pasta che dicono essere buona per lo stomaco e contro il catarro". |
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Il Cioccolato di Modica - In breve
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...Altro richiamo, per restare alla gola, è quello del cioccolato di Modica e
quello di Alicante (e non so se di altri paesi spagnoli): un cioccolato fondente di
due tipi – alla vaniglia, alla cannella – da mangiare in tocchi o da sciogliere in
tazza: di inarrivabile sapore, sicchè a chi lo gusta sembra di essere arrivato
all'archetipo, all'assoluto, e che il cioccolato altrove prodotto – sia pure il più
celebrato – ne sia l'adulterazione, la corruzione...
Il cioccolato di Modica, lavorato come facevano gli Atzechi al tempo dei conquistadores spagnoli, tecnicamente può essere definito cioccolato "a freddo" ed è granuloso e friabile. Furono proprio gli spagnoli a portare a Modica il "xocoàtl", un prodotto che gli abitanti del Messico ricavavano dai semi di cacao triturati su una pietra chiamata "metate", in modo da far sprigionare il burro di cacao e ottenere una pasta granulosa. I modicani appresero questa lavorazione dagli spagnoli, senza passare alla fase industriale.
Nella lavorazione a freddo, il cacao non passa attraverso la fase del concaggio: la massa di cacao viene
lavorata a 40° con aggiunta di zucchero semolato; non riuscendo a sciogliersi, nè ad amalgamarsi, lo
zucchero, dà al cioccolato modicano il caratteristico aspetto "ruvido" dalla consistenza granulosa. La
tavoletta di cioccolato modicano ha un colore marrone non uniforme, l'aroma è quello del cacao tostato,
con note leggermente astringenti. Viene tradizionalmente aromatizzato con cannella o vaniglia, ma si può
trovare facilmente cioccolato al peperoncino, alla carruba, al caffè, agli agrumi. Il cioccolato di Modica
si può mangiare così com'è o sciolto in acqua come bevanda. |
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I gusti del Cioccolato Modicano
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La barretta di cioccolato modicano, non si può improvvisare. Forme moderne, aerodinamiche, artistiche, non sono ammesse. Dagli stampi metallici esce ancora, da centinaia di anni, sempre la stessa, squisita barretta di Cioccolato Modicano. Da sempre a Modica si produce cioccolato aromatizzato con CANNELLA, VANIGLIA e da alcuni anni vi è stata la riscoperta dell'aromatizzazione arcaica al PEPERONCINO. Quasi tutti i laboratori artigianali che producono il pregiato Cioccolato Modicano, propongono ormai altre varianti di gusto da affiancare alla produzione dei gusti tradizionali: CAFFÈ, ARANCIA, LIMONE, AGRUMI MISTI, ANICE, CARRUBA, e NATURALE le essenze più utilizzate. Alcuni Produttori propongono i gusti MENTA, con aggiunta di GRANELLA DI MANDORLE o aromatizzato al PEPE BIANCO, al PISTACCHIO, allo ZENZERO, alla MANNA... |
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Metodologia di produzione Artigianale
Oggi il procedimento è regolato dal disciplinare della Denominazione Comunale, che tutela e garantisce la produzione esclusiva nel territorio. Partendo da una massa ottenuta macinando i semi del cacao e senza privare tale massa del burro di cacao in essa contenuto, l'impasto viene riscaldato a bassa temperatura per poi mescolarsi con zucchero semolato e spezie varie come la cannella, la vaniglia, il peperoncino. Il composto ottenuto viene mantenuto ad una temperatura che non fa sciogliere i cristalli di zucchero, che rimangono integri all'interno dell'impasto. Oggigiorno si amalgama il tutto con una raffinatrice (odierno, moderno metate) per poi passare alla fase della battitura del composto nelle forme. La lavorazione "a freddo" di questo impasto, non include quindi la fase del "concaggio" mantenendo quindi aromi che sarebbero altrimenti destinati a scomparire. La semplicità della lavorazione senza aggiunta di burro o di altri grassi vegetali, conferisce alle barrette quindi il caratteristico aroma. |
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Altro Cioccolato: la Mpanatigghia
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Intorno a questo dolce caratteristico, introdotto anch'esso, come la cioccolata, dagli Spagnoli
durante il loro dominio, sbocciarono alcuni felici aneddoti. Secondo una di queste curiosità, la
"mpanatigghia" nacque per mano delle suore di un monastero, le quali, impietosite per le fatiche dei
padri predicatori che giravano fra i vari conventi in periodo quaresimale, nascosero la carne tritata
tra il pesto di mandorle e il dolce di cioccolato, il cui consumo era consentito, anche in periodo di
digiuno, perchè ritenuto alimento di magro. Secondo altri, invece, la preparazione di questo dolce era
legata, più semplicemente, all'utilizzo dell'avanzo di carne di selvaggina nei periodi di
sovrabbondante caccia. Il grande Leonardo Sciascia nel suo "La Contea di Modica" la ricorda così:
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Il Consorzio di Tutela del Cioccolato Modicano
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Il Cioccolato di Modica è ancora prodotto in maniera artigianale, secondo l'antica tradizione azteca tramandata dagli spagnoli. Per proteggere storia, memoria e ricetta è nato, nel 2003, il Consorzio di Tutela del Cioccolato Modicano (CTCM). Raggruppa venti produttori della città che lavorano, insieme alla Camera di Commercio di Ragusa, per stabilire un disciplinare di produzione, ottenere il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta), salvaguardare, valorizzare e promuovere un prodotto così antico e prestigioso. La sua preparazione è rigidamente controllata e aderente a quella tramandata nel corso dei secoli. Il cioccolato modicano si presenta nella sua caratteristica forma rettangolare e svasata, con tre scanalature sulla superficie. I sistemi produttivi sono in gran parte quelli manuali usati fin dal 1700, l'epoca in cui cominciarono a fiorire le prime cioccolatterie: la pasta di cacao veniva lavorata, insieme allo zucchero semolato e agli aromi, su un tavolo in pietra lavica a forma di mezzaluna sotto la quale si metteva del carbone acceso. Oggi l'impasto avviene a bagnomaria, per non rischiare di perdere le caratteristiche organolettiche. Come allora, non si aggiungono grassi nè emulsionanti e la pasta di cacao non subisce processi di concaggio tipici, invece, di altri tipi di cioccolato. Quindi conserva, ben visibili, i granelli di zucchero. |
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